martedì 5 gennaio 2016

In discoteca in estate ho fatto un pompino ad uno sconosciuto

Ciao a tutti da Daniela, questo è il mio terzo racconto, che una volta ancora tratta della mia adolescenza ed una volta ancora parla di sesso orale. Sono a dirvi che a me il sesso orale è piaciuto da sempre, per l'intensa sensazione di dare piacere e di avere un po' il "potere nella tua bocca". Sentire un uomo gemere al movimento della mia bocca, mi ha dato sempre gran soddisfazione e gioia. Ovvio come ogni donna mi aspetto anche di essere soddisfatta altrettanto, in quanto il piacere si dà ma si riceve anche, ma non capisco quelle donne che invece si fanno problemi a fare sesso orale con il proprio compagno.

Nel mio primo racconto, intitolato: " Il primo pompino di una ragazzina ", vi avevo raccontato appunto il mio primo pompino, da lì a breve ci fu anche il mio primo rapporto completo, sempre con lo stesso ragazzo  con il  quale erano seguiti altri rapporti, ma dopo 6 mesi circa mi stancai di lui e ci lasciammo. Da quel momento per oltre anno, non ebbi più esperienze con nessuno se non un timido bacio in campeggio dov'ero solita andare al mare con la mia famiglia.

In quegli anni di digiuno sessuale, ebbi modo di fantasticare molto, sul sesso orale, naturalmente sul farmi leccare cosa che nessuno aveva mai fatto fin adesso, neanche il mio primo ragazzo ed anche su come fare dei "pompini", capaci di dare vero piacimento agli uomini. Avevo scoperto che alcuni compagni di classe avevano imboscato dei  giornaletti porno  nei bagni e senza dire niente a nessuno me ne appropriai di nascosto. Dalla lettura ( se così si può dire.. ) di questo giornaletto mi feci una vera cultura sul piacere maschile. Quello che più affascinava erano i pompini e scoprii donne capaci di mettersi in gola, membri enormi. Scoprii introltre dallo stesso giornale che quella pratica ,  si chiamava pompini di gola profonda.

Non mi vergono a dire, che nonostante gli uomini nella media, non credano che noi donne, siamo capaci di azioni del genere ( né tantomeno immaginano che noi ci masturbiamo comunque più frequentemente di quello che si pensi.) iniziai in quel periodo ad esercitarmi a fare pompini. Il mio modello era una banana, con la quale mi  esercitavo tentando di  prenderla quasi tutta in bocca. Non nego, che mettermi la banana in bocca, mi provocava alle volte dei conati ma allo stesso tempo il senso del proibito di tale atto mi eccitava come una matta. Mi esercitavo anche a leccare bene la parte alta della cappella, quella che unisce appunto il pene alla cappella, che avevo avuto modo di leggere su un libro era una parte sensibile che dava molto eccitazione nell'uomo.

Andiamo un po' avanti adesso  all'estate di quell'anno ,avevo  16 anni e mezzo, ero come tutti gli anni al mare ad Albinia nella provincia di Grosseto  in campeggio dove stavo con i miei genitori. Tutti i giorni passava il pulmino che portava nella discoteca di Albinia che era distante poco più che 5 minuti. Convinsi i miei a mandarmici, in compagnia ovviamente delle mie amiche del campeggio. Eravamo tre e tutt'e tre, ci cambiammo furtivamente degli abiti che i nostri genitori avevano visto, per indossare tacchi e minigonna. Io, che come vi avevo detto ho un seno piuttosto prosperoso, una quinta, non passai certo inosservata, ma questo mi piaceva e faceva parte del gioco.

La serata scorre veloce ed ogni tanto qualche ragazzo si avvicina, ma devo dire che nessuno ci sa fare, tanto da attrarre le mie attenzioni. Sono le 23 30 ed alle 2 abbiamo il pulman che ci deve riportare a casa. Da lì a poco, finalmente inizio un ragazzo che mi piace, lui si avvicina e si presenta: "Ciao sono Giacomo, molto piacere" , "piacere mio", rispondo sorridendo.
Iniziamo a parlare, Giacomo ha vent'anni,  è al primo anno di università a Roma. Il tiposi dimostra un ragazzo molto garbato ed intelligente. In breve tempo stravolge però il suo personaggio di "bravo ragazzo" e mi dice: " Ti va di divertirci un po' assieme stasera?"  Ed io, gli rispondo subito: "Non puoi pretendere che una ragazza faccia sesso con un tizio che conosce da neanche un'ora" Lui mi sorride serenamente e mi dice: "Ascolta è estate, siamo ragazzi ed è bello avere esperienze come queste, si ha vent'anni una volta sola nella vita. Poi potresti solo farmi un pompino, non c'è bisogno di fare sesso". Alla parola "pompino" ebbi un sussulto, tutto di un tratto mi vennero in mente le mie prove davanti allo specchio, dove provavo a fare la "gola profonda". D'impulso risposi:  "E va bene, siamo giovani e dobbiamo divertirci, però voglio divertirmi anche io, ok?".  Giacomo sorrise contento e soddisfatto come un cacciatore che sa di avere in tasca la sua preda, quindi mi dice: "Certo , ovvio che ti soddisferò e stai certa che farò del mio meglio. Sono amico del proprietario della discoteca ed ho le chiavi di una piccola saletta privata al piano di sopra, seguimi". Lo seguo su per le scale, già pensando a come fare il meglio il mio dovere. Entriamo nella saletta, una piccola stanza con un divano blu circolare ed un piccolo tavolino, Giacomo inizia subito a baciarmi e nel contempo mi tasta il culo ed il seno. Cavolo! Questo tipo ci sa davvero fare, penso dentro di me, mentre mi bacia. Giacomo frettolosamente, inizia poi a togliersi i pantaloni e mi mette una mano sul suo cazzo. Io lo fermo subito e ribadisco con voce scherzosamente serena: "Ho detto che mi devi soddisfare e voglio essere la prima."  Giacomo ride una volta ancora, mi bacia nuovamente ed inizia quindi a palparmi sotto la sottana. Per sua sorpresa non indosso le mutandine (questo è il titolo anche del mio blog, in quanto per le serate speciali di sesso, sin da ragazzina, realmente non le porto.) , apre con la mano la mia figa, infilandoci un dito dentro, quindi mi invita a distendermi, mi toglie la gonna, apre le gambe ed inizia ad infilarmi la lingua in bocca. Una nuova sensazione di puro eccitamento, attraversa il mio corpo eccitato ed inizio a gemere lentamente. Giacomo sembra davvero esperto ed alternando lingua e dito mi provoca un orgasmo in meno di 5 minuti. "Ti è piaciuto?" mi sussurra con la sua solita aria da sbruffone. "Sei stato bravo", replico io con aria scherzosa e sorridente. So che adesso è il mio turno e non perdo tempo. Invito giacomo a sedersi, e mi finisco di spogliare velocemente. Quando il mio seno, esce fuori dal reggiseno, Giacomo non trattiene un "wahooo, che bello." Sono adesso, tutta nuda inginocchiata a terra alla pecorina , proprio davanti al  cazzo di Giacomo ed inizio a succhiarlo lentamente, mi soffermo prima sulla cappella e lo lecco come un gelato e cerco di usare al meglio le labbra senza mai usare i denti (così com'era scritto sulla rivista sconcia). Sento Giacomo gemere e continuo più o meno lentamente ad andare giù sul cazzo di Giacomo alternandomi fino a neanche a metà asta. Il cazzo di Giacomo non è grandissimo e comunque molto meno della banana con il quale avevo fatto le prove per la "Gola profonda", sono quindi sicura che posso riuscire a prenderlo tutto in bocca, ma voglio prima un po' farlo sospirare prima di dargli questa sorpresa. Per un minuto circa lo sego e lo guardo e di tanto in tanto gli do dei piccoli baci sulla cappella. Lo vedo eccitato e quasi pronto per venire, quindi decido di dargli il pezzo forte del repertorio. Mi riattacco al cazzo di giacomo e scendo lentamente fino a mezz'asta come avevo fatto fin ad allora, stringo le labbra e mi soffermo quindi continuo ad affondare con la bocca giù e raggiungo le palle, risalgo subito di scatto e lo pompo velocemente per qualche secondo raggiungendo sempre le palle e sentendomi il suo cazzo tutto in gola. do un'ultima pompata e raggiungo nuovamente il fondo, prendo aria dal naso ed affondo ancora spalancando la bocca a più non posso fin quando non sento Giacomo, che sta per esplodere. Giacomo stesso si alza e mi dice " Cazzo dai ! Voglio sborrare sulle tue tette". Detto fatto, Giacomo spruzza diversi colpi di calda sborra sulle mie tette e mi sento super felice del mio operato che ha portato questo grande risultato. I commenti di Giacomo sulla mia prestazione, sono super lusinghieri; capisco adesso che se prima era lui il ragazzo esperto ad avermi in pugno, adesso sono io ad averlo conquistato del tutto.

Sono le 2 di notte passate, il pulman è già partito, fortunatamente però Giacomo si fa prestare la macchina da un amico e mi raccompagna a casa in orario. Ci baciamo in bocca e ci salutiamo, lui mi chiede il numero, io glielo do, ma di lì a pochi giorni le mie vacanze sarebbero finite e non ho più visto Giacomo, nonostante mi abbia chiamato diverse volte anche d'inverno chiedendomi di vedermi.